Pagina della Chiesa Madre realizzata da Alessandro Palermo con notizie sull'arte, sulla storia e sulla tradizione popolare della Città di Salemi

"Ritorni" a cura della Fondazione Sgarbi

"RITORNI"

E' un progetto della Fondazione Sgarbi di recupero del patrimonio artistico, storico e culturale abbandonato.

Grazie a questa iniziativa importanti e preziose testimonianze storiche/artistiche della Chiesa Madre ritornano ad essere valorizzate e conosciute dai fedeli e dalla città.
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IL RITORNO ALLA CRIPTA


La cripta maggiore dell'antica Madrice, un tempo utilizzata per la sepoltura degli Arcipreti, conservava al suo interno una lapide sepolcrale in marmo che un tempo fungeva da copertura all'ingresso della cripta.
Durante la demolizione dell'antica Chiesa la lapide probabilmente venne collocata in un angolo della cripta.

Durante alcune ispezioni nella stanza della cripta  sono stati ritrovati alcuni pezzi della lapide e dopo aver ricomposto l'intera lastra, con i pezzi conservati in una stanza della parrocchia, è stato possibile ricostruire l'origine attraverso un'iscrizione posta sulla stessa lapide.

Realizzata in fine marmo bianco, la lastra riproduce in bassorilievo le spoglie mortali dell’Arciprete Niccolò Di Nuccio, canonico onorario della Chiesa Cattedrale di Mazzara, morto nell’anno 1583, che ricoprì la carica di Arciprete della città di Salemi per ventiquattro anni a partire dal 1° giugno 1559".
Il Sacerdote viene raffigurato disteso nel cataletto, la testa leggermente reclinata poggiante su un cuscino, le mani raccolte sull’addome. Indossa la veste talare, un paio di guanti e la berretta (copricapo tipico dei chierici secolari).
Essendo, originariamente, collocata sulla pavimentazione della chiesa la lapide risulta alquanto usurata dal tempo specie nella zona del capo, nonché frammentata in vari pezzi, non permettendo di cogliere con precisione le fattezze del volto del defunto; tuttavia si percepisce chiaramente che il sacerdote porta barba e baffi, conformemente alla «moda» del XVI sec. Tutt’intorno, entro una semplice cornice, corre un’iscrizione non del tutto leggibile dalla quale è stato possibile risalire all’identità del soggetto raffigurato. Padre Cremona infatti, nel suo manoscritto «La Città di Salemi» del 1762 trattando di personaggi illustri riporta il nome di un tal “Niccolò Nuccio di Calatafimi”» (bassorilievo, chiesa madre, sagrato).

La cripta si presenta a forma quadrangolare, con un altare addossato alla parete frontale. Le altre pareti  invece sono occupate dai loculi che servivano per la sepoltura dei corpi. Il pavimento è ricoperto da piccoli mattoni in cotto.
La posizione della cripta non corrisponde alla struttura dell'attuale edificio, infatti è decentrata rispetto l'altare maggiore.
E' evidente che questa cripta fu costruita sotto la precedente chiesa risalente al XVI - XVII sec., ed è rimasta nella sua posizione strutturale con la nuova costruzione della Madrice nel XVII - XVIII sec.
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IL RITORNO DELLA TORRE CAMPANARIA


La torre campanaria dell'antica Madrice sino al periodo medievale, quando la città era circondata dalle mura, fungeva da torre di avvistamento. Collocata nel punto più alto della città, accanto al castello, rivolta verso il vallo di Mazara. Edificato l'edificio sacro la torre, rimanendo nella sua originaria posizione e costruzione architettonica, venne utilizzata come campanile. Cinque erano le campane che accoglieva l'edificio, tra cui quella dei 101 rintocchi che, sino agli anni '60, alla mezzanotte faceva ascoltare il suo suono.
La torre tutt'ora custodisce soltanto una campana e i resti del vecchio meccanismo dell'orologio. Dopo il sisma del 1968, le altre campane furono conservate in un magazzino forsenalcune furono fuse per costruirne altre per altre chiese della città.

Riportiamo una descrizione che il Cremona nel 1762 scrisse nel suo manoscritto: " si conserva in questa Chiesa non meno per proprio suo regolamento, che ancora di tutto il pubblico, per esser ella, come s'additò fin dal principio, situata nella parte più eminente della città, un grand'orologio, che pur tuttavia essere esattissimo, nonostante che dall'anno della fabbrica non ve n'abbia alcuna memoria, va regolato a spese proprie dell'Università. Sono altresì degne di distinta rigordanza le 5 grandi campane, per le quali ne va famoso il campanile, e specialmente della più grande, la quale volgendosi in giro in occasione di doversi far suonare per qualche mortorio, a tempi sereni (così è di tono alto e penetrante) ascoltasi più, e più miglia lontano, e dall'altra seconda di grandezza, ch'è formata dello stesso metallo d'una delle campane, che nella calamitosa rivoluzione d'Inghilterra a tempi di Enrico VIII per ordine della regina Elisabetta mandare fuori dal regno, per essere in paesi stranieri vendute, ricapitata nella città di Trapani, fu comprata per questa Chiesa. V'avea in essa la seguente iscrizione: Christus nobiscyum; State. Christus vincit Christus imperat Christus regnat. Iulianus me fecit anno MCCCCLIII.
Benchè poi non so, per qualche accidente rottasi nell'anno 1738 fu dopo, che coll'aggiunta d'altro metallo si rifondesse."

(La Città di Salemi, P. Giuseppe S. Cremona, scritta nel 1762, trascrizione curata da Salvatore Riggio Scaduto e Salvatore Riggio Maltese).
Lo scorso 15 Maggio 2011, con la partecipazione del Vescovo della Diocesi, la torre è stata aperta al pubblico, le campane conservate nel magazzino sono state esposte insieme ad alcuni frammenti di pietre e lapidi dell'antica Madrice.
Sono in corso lavori di pulitura e di restauro di queste campane che presto avranno una loro collocazione e forse un ritorno alla loro funzione.

La maggiore campana del campanile


La campana dei 101 rintocchi
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Il RITORNO della Statua di S. NICOLA








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