Pagina della Chiesa Madre realizzata da Alessandro Palermo con notizie sull'arte, sulla storia e sulla tradizione popolare della Città di Salemi

La Chiesa Madre (Chiesa del Collegio)


LA CHIESA del COLLEGIO
CHIESA MADRE di SALEMI



Salemi e i Gesuiti

Intorno al 1596 giunsero a Salemi due missionari Padri Gesuiti, Padre Erasmo Patti e Padre Pietro Filippazzi. Nel '600, per la Compagnia di Gesù, la missione popolare era indispensabile per evangelizzare, i Gesuiti applicavano alle loro missioni uno schema penitenziale, e le curavano nei particolari.

Il Cremona ci tramanda che tutto il popolo salemitano rimase molto toccato per la missione di questi due Gesuiti, così commosso che si adoperò per rendere possibile la fondazione di un Collegio dei Gesuiti nella loro Città.

Nel 1628 altri Padre Gesuiti, Padre Gaspare Paraninfo e il Venerabile Padre Luigi la Nuza, conosciuti in tutta la Sicilia per il loro impegno missionario, celebrarono altre missioni nella Città. Nello stesso anno muore il Sig. Giuseppe Gangi che lasciò tutti i suoi beni per la fondazione del Collegio, tra cui il palazzo che sorgeva dove successivamente venne costruita la Chiesa. La costruzione dell'opera però non poteva essere realizzata per mancanza di fondi.

Nel 1629 venne affidato al Gesuita Padre Girolamo La Rocca, insieme ad altri Padri Gesuiti, di continuare il servizio evangelico e scolastico presso la Chiesa di S. Bartolomeo. Qui i Padri predicavano, confessavano e alloggiavano.

Nel frattempo i fondi per la costruzione del Collegio crescevano, grazie ai beni lasciati dalla Sig.ra Melchiona Cappasanta. Nel 1642 muore la Baronessa D' Arcodaci, Raffaella Tagliavia, moglie del Barone Antonio di Caro, la quale lasciò tutti i suoi beni (30.000 scudi in baronie) per la costruzione del Collegio con l'impegno di fondarvi le scuole di Teologia e Filosofia.

Quando fu possibile avviare i lavori e dopo il permesso avuto dal Generale Preposito, Padre Nunzio Vitelleschi, si celebrò la posa della prima pietra su cui fu incisa l'iscrizione di S. Ignazio di Loyola. A gettare la prima pietra furono Padre Francesco Piccolomini e Padre Giovanni Paolo Oliva, in visita in Sicilia, che successivamente saranno Generali della Compagnia. Il Cremona ci tramanda che la cerimonia fu solenne, alla presenza dei nobili della Città e di tutto il popolo.

Nel 1659 il Barone di Giardinello Tommaso Clemenza, il quale era proprietario del terreno su cui doveva essere costruito il Collegio e la Chiesa, volle contribuire all'opera donando 30.000 scudi.

Il Sig. Giuseppe Gangi, la Baronessa Raffaella Tagliavia e il Barone Tommaso Clemenza furono coloro che finanziarono l'opera e resero possibile la costruzione del Collegio e della Chiesa.


Il Collegio dei Gesuiti

"Le fabbriche son magnifiche, bel architettate, ben sode, e portate alla maggior altezza, specialmente quelle della principal sua veduta o prospetto di fronte alla Chiesa e Monastero della Concezione", con queste parole il Cremona descrive il suo Collegio.

Il Collegio dei Gesuiti rimane l'opera architettonica più grande di Salemi. Costituito di due cortili, il maggiore per la scuola e per altre opere pubbliche, di forma quadrangolare, un tempo circondato da un portico con colonne di ordine toscano e archi con volte. Il Baviera ci informa che dopo la cacciata dei Gesuiti (metà del '800) questo portico venne demolito. Il secondo cortile era più stretto e a forma rettangolare, affianco alla chiesa serviva per i Padri Gesuiti. Durante gli anni '90, quando nel Collegio avevano sede le scuole i cortili venivano chiamati: "maschile" quello maggiore che veniva usato dai ragazzi e "femminile" il secondo, usato dalle ragazze.

In questo Collegio il popolo salemitano e dei paesi vicini venne istruito ed educato. Avevano sede le scuole inferiori, di Filosofia e Teologia Morale e Teologia Scolastica. Fino a pochi anni fa il Collegio continuava ad essere sede della Scuola Media ed Elementare.

Vi risiedevano anche delle Congregazioni, tra quelli minori ricordiamo quella dei Borgesi, chiamata degli Arvali. In questo periodo storico (XVI - XVII sec.) le Congregazioni avevano lo scopo di insegnare i principi evangelici, si impegnavano in opere di carità e assicuravano l'assistenza durante la morte (funerale e messe 12 messe in suffragio) e la sepoltura ( nella Chiesa di S. Francesco ).

La Congregazione dell'Immacolata aveva un suo oratorio all'interno del Collegio, ornato con stucchi e belle pitture dove ci si riuniva nelle solennità della Vergine e nelle domeniche mattina. Alla Congregazione venne affidata la costruzione della Chiesa di S. Ciro, nel feudo di Carbinarusa di proprietà dei Gesuiti, di celebrare la festa nell'ultima Domenica di Agosto e di celebrare le Sante Messe festive dal mese di Maggio sino ad Agosto.
Questa Congregazione era legata alla Congregazione dell' Annunziata del Collegio dei Gesuiti di Roma.

Un'altra importante Congregazione era quella del SS. Crocifisso, detta Segreta, fondata nel 1662 da Padre Filippo Zappia di Caltagiorne (morto a Trapani in fama di santità), anch'essa legata all'Annunziata del Collegio di Roma.

Il Cremona ci dice che questa Congregazione era una delle più importanti in tutto il regno di Sicilia. Questa Congregazione fabbricò, nella parte bassa del Collegio, delle celle dove si svolgevano gli esercizi di S. Ignazio. La zona degli esercizi poteva ospitare 10 persone, possedeva un proprio refettorio, una cucina, una libreria, una stanza di penitenza.

La Congregazione del SS. Crocifisso grazie al Padre Silvio Ludovico Minimi di Perugia riuscì ad affermarsi e ad divenire celebre in Salemi. Ne potevano farne parte 30 uomini con un periodo di noviziato. Celebre era l'oratorio che poteva contenere 100 persone, si venerava un crocifisso (1664) del celebre scultore Milanti di Trapani. L'altare era ornato con arabeschi di legname e d'oro fino, 12 grandi tele ad olio che raffiguravano alcuni Santi importanti per la loro penitenza, la volta era dipinta dal pittore Francesco Ferrasiti Bolognese. Era tradizione per quel tempo portare in processione questo Crocifisso durante i periodo di calamità e siccità.

Il Cremona ci racconta che questa Congregazione era importante per la predicazione degli Esercizi Spirituali di S. Ignazio, e per il culto Eucaristico (festa del Corpus Domini e accompagnamento del Santissimo agli infermi).

Altra Congregazione di questo Collegio era quella del Ritiro, poi chiamata Lauretana (Vergine di Loreto). Venne fondata nel 1686 con la licenza di Padre Girolamo Forti. Vi si teneva il noviziato per poi poter entrare nella Congregazione del SS. Crocifisso (detta Segreta). Nel 1705 venne costruito l'Oratorio con la riproduzione della Casa di Loreto e la Congregazione sposto la sua precedente sede (una stanza del Collegio) in questa. Il progetto di costruire all'interno del Collegio la riproduzione della Casa di Loreto fu ad opera di Padre Ludovico Minimi che, a proprie spese, contribuì alla realizzazione del luogo sacro. Fu proprio Padre Ludovico Minimi a stilare la regola per la Congregazione e a renderla autonoma dalla Congregazione Segreta.

L'8 Settembre 1705 con solennità venne aperta al pubblico la Casa Santa di Loreto alla presenza del Vescovo Mons. Bartolomeo Castelli, il quale in quel periodo amministrava in Salemi la visita apostolica. Il Cremona ci racconta che partecipò una grande folla, le Sante Comunione che furono date arrivarono a 15.000. Ogni anno l'8 Settembre un gran numero di fedeli anche dei paesi vicini viene a rendere omaggio alla Vergine in questo luogo sacro. La Casa Santa di Loreto veniva aperta in tutte le feste mariane e per le calamità.

Nel 1715 arrivo da Roma l'intero corpo del martire Vittoriano che venne collocato sotto l'altare della Casa Santa di Loreto. Attorno all'effige della Vergine di Loreto, inizialmente collocata in una nicchia di marmo, furono collocati diverse reliquie di Santi all'interno di arabeschi di legno decorati con foglie d'oro. Sotto l'altare, oltre alle reliquie di S. Vittoriano, ne furono collocate altre.

Oggi, sotto l'amministrazione Sgarbi, tutto il complesso del Collegio è in restauro, le scuole sono state spostate alla sede centrale per dare spazio a diversi musei. Il Collegio oggi è sede del Palazzo dei Musei, oltre al Museo di Arte Sacra che conserva tele e statue delle diverse chiese distrutte dal sisma, è sede del Museo della Mafia inaugurato alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano, del museo dei Paesaggi, del Museo del Risorgimento e presto anche del Museo Archeologico con i resti e oggetti di epoca preistorica ritrovati nel territorio salemitano.


La Chiesa

Affianco al Collego venne costruita una prima chiesa la quale nella notte del 1697 venne distrutta. In questa antica chiesa si conservava una immagine della Vergine dipinta su un quadrato di rame. Il Cremona ci racconta che in questa chiesa il Venerabile Padre la Nuza venne rapito in estasi mentre predicava dal pulpito, e Padre Giuseppe Salamone parlò alla Vergine Maria.

La costruzione della nuova chiesa avvenne nel 1699 quando era vicerettore del Collegio Padre Giuseppe Roberti. Come si è detto prima, all'apertura dei lavori partecipò tutto il popolo con grande solennità. La chiesa venne dedicata a S. Ignazio di Loyola il 20 Settembre del 1705 dal Vescovo Mons. Bartolomeo Castelli, suo primo rettore fu Padre Niccolò Vesco.

Nello stesso 1699 la chiesa era ultimata, mancava solo l'abside centrale e le cappelle laterali. La spesa per terminare la Chiesa fu abbastanza considerevole che si dovette vendere il feudo di Besa, lasciato dalla Baronessa D'Arcodaci Raffaella Tagliavia. Nel 1755, durante il rettorato di Padre Giuseppe Tipa, fu ultimato l'abside e le cappelle laterali e nell'anno 1757 si aprì definitivamente al pubblico con un solenne triduo.

Descrizione

La facciata della Chiesa è di considerevole bellezza, la più bella di Salemi. In stile barocco, simile a quella della Chiesa dei Gesuiti a Roma, il portone centrale è affiancato da due doppie colonne tortili in pietra, decorate con fasci di uva e frutta. Sopra il grosso portone centrale una lastra in pietra decorata con la scritta "I H S". Ai lati troviamo due altre porte di media grandezza con sopra una nicchia vuota di pietra decorata, forse inizialmente progettate per accogliere una statua.

Nella parte superiore troviamo un'ampia finestra, sempre in pietra decorata, sormontata da uno stemma con l'iscrizione "M". Questa parte alta è affiancata da grosse pietre a forma di spirale con sopra grossi vasi di pietra decorati. Il tetto è a spiovente.

Il campanile invece è addossato a destra della chiesa. Di pietra decorata accoglie tre campane. Nella parete destra esterna, a centro, troviamo un'altra porta di media grandezza, invece la parete sinistra esterna dà nel cortile interno del Collegio. Entrambi le pareti, nella parte alta della volta centrale, hanno 4 ampie finestre.


La chiesa è a tre navate, divise da 3 colonne intere e da due a metà addossate alle pareti, a fusto liscio di ordine toscano. Nel transetto abbiamo due cappelle: a destra quella di S. Francesco Saverio. Troviamo una tela del Santo di autore ignoto del sec. XVIII, la macchina d' altare in legno con decorazioni di colore verde (essendo restaurato ha perso i colori originali), la mensa è in marmo decorato. Al centro un mezzo busto del Santo con un medaglione che un tempo custodiva la reliquia. Il tutto è sormontato da una decorazione in stucco bianco con decorazioni dorate nei bordi.

Nella parte sinistra del transetto abbiamo la cappella più importante, quello di San Ignazio di Loyola. Una tela del santo di ottima fattura, di autore ignoto del sec. XVIII. La macchina d'altare in legno con decorazioni di colore verde, la mensa in marmo decorato. Al centro un mezzo busto del Santo con un medaglione che un tempo custodiva la reliquia. Il tutto è sormontato da una grande decorazione in stucco bianco e con decorazioni dorate nei bordi.

Nell' abside invece originariamente (fino a qualche anno fa) avevamo una grossa tela di autore ignoto del XVIII sec. che raffigurava il trionfo del Nome di Gesù tra i santi Gesuiti. Oggi al posto della tela abbiamo il Crocifisso dell'antica Madrice, la tela invece è custodita nei magazzini della Chiesa. La macchina d'altare è in cipresso con decorazioni di colore verde e azzurro e doro. Esso è stata dedicato con la bolla di Benedetto XIV. L'antica mensa è in marmo decorato. Il tabernacolo è chiuso da una porta in argento sbalzato dove è raffigurato il sacrificio di Isacco, ed è affiancato dalle statue dei Santi Pietro e Paolo. Sopra la macchina di legno troviamo 6 candelieri.

Ai lati dell'abside oggi abbiamo 4 tele: a destra del crocifisso una tela che proviene dall'antica Madrice (dall'altare del SS. Sacramento), ad opera di Ignazio Di Miceli del sec. XIX. Essa raffigura l'oblazione di Melchisedek; a sinistra del crocifisso un'altra tela di stessa provenienza e dello stesso autore che raffigura l'Ultima Cena. Nella pareti laterali oggi abbiamo, a destra una tela di autore ignoto del XVIII sec., forse proveniente dalla Chiesa di S. Stefano. Conservata nei magazzini del Comune l'Arciprete Don Salvatore Cipri ha deciso di collocarla in questa chiesa. Essa raffigura l'Immacolata Concezione con sopra la SS. Trinità. Nella parete sinistra una tela di ottima fattura proveniente dalla Chiesa di S. Chiara, di autore ignoto del sec. XVII. Essa riproduce la copia della deposizione del Rubens, nel trittico conservato nella Cattedrale di Anversa. Anch'essa conservata nel deposito del Comune, pur essendo rovinata riesce ad trasmettere il suo fascino.

Al centro dell'abside troviamo l'Altare in pietra "campanedda" lavorata con decorazione floreali e rivestito da 4 pannelli d'argento sbalzato. Opera dello scalpellino Antonino Scalisi di Salemi e degli argentieri Amato di Palermo. L'altare è stato solennemente dedicato il 5 dicembre del 2009. Sotto di esso sono state collocate le reliquie dei santi: S. Tommaso Becket, S. Nicola di Bari, S. Ignazio, S. Rita da Cascia, S. Pio da Pietrelcina.

L'Altare Maggiore è rialzato da 2 gradini. Oggi, sotto l' arcipretura di Don Salvatore Cipri, ha assunto una nuova sistemazione liturgica, con il nuovo altare, l'ambone (collocato nella parte destra) ricavato da un antico pulpito della Chiesa della Concezione, la sede (collocata nella parte sinistra) ricavata da una antica sede della Chiesa di S. Chiara, il fonte battesimale (un'antica acqua santiera del XVI sec. proveniente dall'antica Madrice) e il candelabro del cero pasquale (ricavato da una antico candelabro, un tempo collocato affianco la macchina d'altare), entrambi collocati affianco l'ambone.

Nelle pareti del transetto, laterali all'abside, troviamo due tele del Patrono S. Nicola, dell'artista Ignazio Di Miceli del sec. XIX, proveniente dall'antica Madrice collocate nell'altare di S. Nicola: a destra la tela del Patrocinio di S. Nicola, a sinistra quella del miracolo della resurrezione dei tre bambini. Sotto queste rispettive tele abbiamo due porte, a destra quella dello studio del Parroco (ex magazzino), a sinistra quella della sacrestia.

La sacrestia consta di due ampie stanze, il corridoio d'ingresso oggi conserva i ritratti di alcuni Arcipreti, collocati in ordine nelle pareti. Nella prima stanza abbiamo invece due grossi armadi in legno, addossati alla parete (negli anni 80 il pavimento fu rialzato e la base su cui poggiavano è stata eliminata), al centro un grosso e antico tavolo, troviamo anche un'antica crocifissione (XV - XVI sec.) dipinta su tavola (il crocifisso, Maria e S. Giovanni), sotto un antico tavolo con sopra un tabernacolo. Di fronte alla crocifissione abbiamo un antico cassettone con decorazioni veneziane, con sopra una statua dell'immacolata e due reliquari lignei a forma di coppa. Le pareti invece sono riempite di tele che raffigurano Santi e la Vergine. Al centro pende un lampadario (proveniente della sacrestia dell'antica Madrice). Per accedere all'altra stanza, la porta è affiancata da due piccoli altari con al centro un crocifisso. Questa stanza invece, contiene come la prima, due armadi in legno addossati alla parete, le pareti invece sono coperte da ritratti di Salemitani Vescovi o di notevole importanza. In una parete troviamo una macchina d'altare con un quadro della Madonna del Rosario (fino agli anni '80 collocato in Chiesa).

Nella navata centrale abbiamo uno stupendo organo ligneo del XVIII sec. decorato con stucchi di colore rosso, blu, e oro. Esso è collocato al centro delle colonne sinistre. Nella colonna d'angolo della parte sinistra abbiamo un pulpito ligneo, anch'esso decorato con foglie d'oro.

Le cappelle laterali invece sono distribuiti nelle rispettive navate laterali. Nella navata laterale destra abbiamo: nella prima una grossa tela dell'Annunciazione attribuita all'artista Pietro Bonaccorso. La macchina d'altare è in legno e di semplice fattura, la mensa è decorata con un pannello di marmo, una ringhiera in ferro chiude la cappella.

Nella seconda cappella un tempo avevamo una macchina lignea con un quadro di media grandezza che raffigurava la Madonna della Medaglia Miracolosa e sopra di esso una tela che raffigurava S. Rosalia. Il Cremona ci racconta che questo altare era della Famiglia Lo Vesco, il quale aveva la propria sepoltura sotto di essa. Nella precedente Chiesa questa cappella doveva essere l'altare centrale, poi con la costruzione della nuova chiesa venne spostata. Un tempo in essa avevamo un piccolo quadro del martire S. Ciro, oggi conservato in sacrestia. La macchina d'altare è in legno, la mensa è decorata con una pannello di marmo. Una ringhiera di ferro chiude la cappella. Il Cremona ci racconta che questo altare era conosciuto come l'altare di S. Rosalia. Oggi invece è diventata la cappella del Patrono S. Nicola, la macchina lignea con la tela e la stessa tela di S. Rosalia sono state smontate per dare spazio alla statua processionale di S. Nicola.

A seguire questa cappella abbiamo la porta laterale. Nella 4 cappella, invece, un tempo avevamo una macchina lignea con dentro una statua di cera dell'Addolorata, e sotto, sino al 900, dovevamo trovare un'urna con le reliquie della santa martire S. Venera (oggi non esiste più l'urna ma le reliquie sono conservate in sacrestia). Una balaustra in legno delimita la cappella. Oggi questa è la cappella dell'Immacolata e conserva la statua della Vergine Maria.

Nella navata laterale sinistra abbiamo: nella prima cappella una macchina lignea con un quadro dell'Annunciata e sopra di essa una tela di S. Anna, proveniente dalla chiesa omonima, per questa tela la cappella è chiamata di  S. Anna. La macchina d'altare è in legno e di semplice fattura, la mensa è decorata con un pannello di marmo. Una balaustra in legno chiude la cappella.

Nella seconda invece abbiamo una macchina lignea finemente decorata con foglie d'oro e foglie azzurre con al centro una tela della Madonna del Lume, tutta la macchina d'altare e la mensa è di fine marmo intagliato, la stessa balaustra (rispetto a quelle degli altri altari) è in marmo decorato.

Nella 3 cappella un tempo avevamo una tela dell'artista Pietro Bonaccorso che raffigurava S. Francesco Borgia (oggi custodita nei magazzini della Chiesa), oggi invece è divenuta la cappella di S. Giuseppe, con al centro la statua del Santo (provenient dalla omonima Chiesa), nelle pareti laterali (essendo più profondo rispetto le altre) abbiamo due quadri che raffigurano rispettivamente, il Cuore di Gesù e il Cuore di Maria.

La 5 Cappella invece è del SS. Crocifisso, la macchina d'altare è decorata con arabeschi dorati e con reliquari di cipresso che custodiscono diverse reliquie di Santi tra cui quelle dei Santi Cosma e Damiano, S. Francesco D'Assisi, e tanti altri. Le pareti dell'altare sono riempite da altri reliquari in legno con diverse reliquie. L'altare, ci dice il Cremona, apparteneva alla famiglia Roberti la quale ha sotto di esso la propria sepoltura (un tempo, davanti alla cappella, doveva esserci la lapide sepolcrale). Il crocifisso ligneo al centro è di ottima fattura, forse dello scultore trapanese Milanti, affianco ad esso troviamo le statue lignee e dorate della Vergine Addolorata e di S. Giovanni, opere di Pietro Orlando. La mensa è decorata con un pannello di marmo, una balaustra in marmo chiude la cappella. In questa cappella ancora sono visibili le antiche decorazione dorate che dovevano ricoprire l'intera Chiesa.

La volta della navata centrale è decorata con lunette e medaglioni in stucco bianco, quelle delle navate laterali sono a botte. L'intere pareti sono decorate con medaglioni e lunette di stucchi bianchi. La decorazione interna è delicata e semplice, non esagerata e non troppo fastosa, pur essendo in un'epoca dove il barocco è fondamentalmente sontuoso. La parte alta dell'abside invece è anch'essa con decorazioni in stucco bianco, con al centro lo stemma dei Gesuiti (I H S) decorato in uno scudo con attorno bandiere e lance. La volta centrale invece è una falsa cupola decorata anch'essa con stucchi bianca da dove pende un lampadario. La parete di ingresso invece, nella navata centrale abbiamo decorazioni con stucchi bianchi, sopra il portone centrale lo stemma della Vergine ( M ) in stucco bianco. Le pareti d'ingresso delle navate centrali sono riempite da medaglioni in stucco bianco con all'interno delle iscrizioni: nella parte destra l'iscrizione tratta della dedicazione a S. Ignazio, nella parte sinistra l'iscrizione tratta della dedicazione e apertura della Chiesa.
Oggi con gli ultimi restauri sono state aggiunte alcune decorazioni di colore rosa nelle pareti laterali della chiesa.

Il pavimento della Chiesa un tempo era ricoperto da mattoni in marmo rosso e bianco, con gli ultimi restauri (anni '90) invece abbiamo mattoni in marmo bianco e grigio.
L'intera Chiesa è rialzata, essendo costruita in una zona in discesa, l'ingresso esterno infatti è costituito da una scalinata in pietra.

Dopo il sisma del '68 l'antica Madrice è stata demolita e questa Chiesa è divenuta sede della Chiesa Madre, essendo la chiesa più grande e bella della Città. Soltanto in questi ultimi anni, con l'Arcipretura di Don Salvatore Cipri, ha avuto una sua sistemazione interna, l'area liturgica con il nuovo Altare e Ambone, le cappelle al Patrono S. Nicola e all'Immacolata, le quali giacevano "posteggiate" accanto all'altare maggiore, la collocazione del Crocifisso dell'antica Madrice, nell'altare Maggiore, al posto della tela originaria che pur essendo originaria non esprimeva il significato liturgico dell'altare maggiore. Infine la revisione della sacrestia e la creazione di uno studio del Parroco.

__________________________________________


La "Casa Santa di Loreto" a Salemi

tratto dal ristretto della casa di Maria

All'interno del Collegio dei Gesuti, esiste una perfetta riproduzione della "Casa Santa" che si trova a Loreto. La particolarità stà nel fatto che in tutta la Sicilia non esiste un' opera d'arte simile a questa.
Nell'altare maggiore, è custodita un'immagine della Madonna nera.
Un padre gesuita, di questo nostro collegio, P. Silvio Ludovico Minimi era talmente devoto alla Madonna di Loreto che volle riprodurre alla perfezione, nel recinto del Collegio, la casa santa di Loreto fondando la Confraternita Lauretana.

Il progetto venne affidato a Giovanni Biagio Amico, architetto trapanese, l'opera venne consacrata l'8 settembre 1705 con grande concorso di popolo, venuto anche dai paesi vicini. Fino a tutto l' 800 questa chiesetta era meta di pellegrinaggio, soprattutto nella vigilia e nel giorno della festa, l'8 settembre, e il 10 dicembre, in memoria della traslazione della casa da Nazaret a Loreto.

La "Casa santa" che si trova a Loreto è lunga 48 palmi, larga 18, alta 26. Le mura grosse due palmi e mezzo, fatte di pietra di colore castagnino, listata a modo di mattoni grossi e disuguali. Ad occidente ha una finestra alta 4 palmi e mezzo e larga 4. A tramontana aveva una porta alta 10 palmi e larga 6 con un architrave di abete. La muraglia orientale aveva sul tetto un'apertura del camino. Il tetto di dentro era rivestito con mattoni a modo di schacchiera, di colire azzuro con istelle dorate. Il tetto era sostenuto da 2 travi, in una parete l'evangelista Luca dipinse il crocifisso, 4 chiodi e la Vergine addolorata con S. Giovanni.

      
Per visionare le immagini della Chiesa Madre:
http://matricesalemi.blogspot.com/2007/07/alcune-immagini-della-matrice.html

_________________________________
"La città di Salemi, P. Giuseppe S. Cremona, scritta nel 1762, trascrizione ad opera di Salvatore R. Scaduto e Salvatore R. Maltese".



© Chiesa Madre di Salemi - a cura di Alessandro Palermo

Immagini Chiesa Madre (Chiesa del Collegio)

Pagina web ideata e realizzata da Alessandro Palermo

© Chiesa Madre Salemi - Vietata ogni riproduzione senza autorizzazione.